Novena in onore di Maria SS.ma “Mamma Nostra”
“Tu sviasti l’ira, o Mamma, / Del gran dio delle vendette / Quando il suolo qui fremette / Nessun danno a noi seguì”. Così recita una delle quartine del novenario in onore a Maria Santissima che annualmente viene salmodiato nello splendido santuario nel cuore di Bivongi. In realtà il 5 febbraio in questo squarcio di Vallata, nell'anniversario del terremoto del 1783 che sconvolse la Calabria, si celebra il miracolo secondo cui proprio per opera di Mamma Nostra il paese rimase illeso. Sul finire del 1700 nella vicina Civitas Styli, nel convento dei Francescani, il venerabile P. Giuseppe Maria Cretari dedicatosi alla catechesi in itinere attribuiva prodigiose conversioni che seguivano alle sue prediche alla Vergine Santissima, raffigurata in una figurazione, dipinta su tela, che egli portava sempre con se nei luoghi di missione. Anche in Bivongi il Padre Francescano portò la sacra effige esattamente nel 1710 quando si recò per una predicazione. Ed ecco che sui finir di essa, la Vergine Santissima rivelò di voler rimanere nella Chiesa di Bivongi venerata col titolo di “Mamma Nostra”. Tre volte si replicò la visione e alla fine il frate Cretari annunziò il desiderio della Mamma Nostra. Successivamente la popolarità dei tanti prodigi si diffuse enormemente e da ogni parte della Calabria affluivano pellegrini ad onorare la Mamma Nostra. Moltissime furono le grazie elargite da Maria a favor dei Bivongesi. La fama degli eventi soprannaturali però aveva mosso contro il culto di Mamma Nostra il Priore della Certosa di Serra S. Bruno, che vide in esso soltanto faziosità e ordinò che il quadro fosse tolto e traslocato a Serra, dove passò ad abbellire la casa del sacerdote don Michele Giancotti. Tuttavia Bivongi continuò a rendere i suoi omaggi alla Mamma Nostra, intensificò i suoi sforzi per commemorare le feste e, quantunque privata della figurazione miracolosa, non omise mai di essere il paese prediletto di Maria. Al contrario proprio allora sorse nel cuori dei Bivongesi il desiderio di avere anche una statua della Mamma celeste; questo pio desiderio fu attuato da valente artista.Tuttavia nel 1853 Mons. Concezio Pasquini, Vescovo di Squillace, già avvisato del furto del Quadro recatosi a Serra S. Bruno ed accolto in casa del Sac. Giancotti vide scendere da una delle pareti una immagine della Madonna e subito ebbe la convinzione, provata dallo stesso Sacerdote Giancotti, che si trattava del Quadro di Mamma Nostra; ne dispose la riconsegna e ne diede l’annunzio ai Bivongesi, che, entusiasti di santa esultanza, con plausi più vivi e maestosi, il ventinove ottobre 1853 riscossero dalle mani del Vescovo il sacro quadro. Attualmente i festeggiamenti cosiddetti “invernali” sono quasi unicamente ecclesiali. Il 26 gennaio inizia la novena Il 4 febbraio c'è l'esposizione della statua. Giorno cinque c'è la processione per le vie del paese. Processione che al contrario dei festeggiamenti di settembre si conclude nella stessa mattinata. Al pomeriggio c'è la tradizionale fiera.
Elia Fiorenza
“Tu sviasti l’ira, o Mamma, / Del gran dio delle vendette / Quando il suolo qui fremette / Nessun danno a noi seguì”. Così recita una delle quartine del novenario in onore a Maria Santissima che annualmente viene salmodiato nello splendido santuario nel cuore di Bivongi. In realtà il 5 febbraio in questo squarcio di Vallata, nell'anniversario del terremoto del 1783 che sconvolse la Calabria, si celebra il miracolo secondo cui proprio per opera di Mamma Nostra il paese rimase illeso. Sul finire del 1700 nella vicina Civitas Styli, nel convento dei Francescani, il venerabile P. Giuseppe Maria Cretari dedicatosi alla catechesi in itinere attribuiva prodigiose conversioni che seguivano alle sue prediche alla Vergine Santissima, raffigurata in una figurazione, dipinta su tela, che egli portava sempre con se nei luoghi di missione. Anche in Bivongi il Padre Francescano portò la sacra effige esattamente nel 1710 quando si recò per una predicazione. Ed ecco che sui finir di essa, la Vergine Santissima rivelò di voler rimanere nella Chiesa di Bivongi venerata col titolo di “Mamma Nostra”. Tre volte si replicò la visione e alla fine il frate Cretari annunziò il desiderio della Mamma Nostra. Successivamente la popolarità dei tanti prodigi si diffuse enormemente e da ogni parte della Calabria affluivano pellegrini ad onorare la Mamma Nostra. Moltissime furono le grazie elargite da Maria a favor dei Bivongesi. La fama degli eventi soprannaturali però aveva mosso contro il culto di Mamma Nostra il Priore della Certosa di Serra S. Bruno, che vide in esso soltanto faziosità e ordinò che il quadro fosse tolto e traslocato a Serra, dove passò ad abbellire la casa del sacerdote don Michele Giancotti. Tuttavia Bivongi continuò a rendere i suoi omaggi alla Mamma Nostra, intensificò i suoi sforzi per commemorare le feste e, quantunque privata della figurazione miracolosa, non omise mai di essere il paese prediletto di Maria. Al contrario proprio allora sorse nel cuori dei Bivongesi il desiderio di avere anche una statua della Mamma celeste; questo pio desiderio fu attuato da valente artista.Tuttavia nel 1853 Mons. Concezio Pasquini, Vescovo di Squillace, già avvisato del furto del Quadro recatosi a Serra S. Bruno ed accolto in casa del Sac. Giancotti vide scendere da una delle pareti una immagine della Madonna e subito ebbe la convinzione, provata dallo stesso Sacerdote Giancotti, che si trattava del Quadro di Mamma Nostra; ne dispose la riconsegna e ne diede l’annunzio ai Bivongesi, che, entusiasti di santa esultanza, con plausi più vivi e maestosi, il ventinove ottobre 1853 riscossero dalle mani del Vescovo il sacro quadro. Attualmente i festeggiamenti cosiddetti “invernali” sono quasi unicamente ecclesiali. Il 26 gennaio inizia la novena Il 4 febbraio c'è l'esposizione della statua. Giorno cinque c'è la processione per le vie del paese. Processione che al contrario dei festeggiamenti di settembre si conclude nella stessa mattinata. Al pomeriggio c'è la tradizionale fiera.
Elia Fiorenza